06 maggio 2020
Il 6 maggio 1976, alle ore 21.00. una scossa di terremoto di 6.4 della scala Richter colpì il Friuli, in particolare le province di Udine e Pordenone. I Comuni che subirono maggiori vittime e danni furono Gemona, Venzone, Bordano, rtegna, Osoppo, Forgaria. Tenendo conto della seconda scossa distruttiva, verificatasi il 15 settembre (6.1 scala Richter), in totale i morti furono 993 e i senzatetto circa 80.000.
Il terremoto del Friuli è probabilmente il primo disastro naturale vissuto quasi in "diretta" dalla maggiornaza degli italiani. Nel 1976 la televisione è già l'elettrodomestico più diffuso, presente praticamente in tutte le case e l'impressione generata dalle immagini di quella tragedia è norme in tutto il paese.
La situazione delle telecomunicazioni risulta tuttavia ancora generalmente insufficiente per fronteggiare adeguatamente la gestione dell'emergenza e da subito i radioamatori sono in porima linea per portare il loro indiscutibile contributo.
Un sentito ringraziamento va a I3RGH Bruno Rodeghiero, all'epoca coordinatore delle attività radioamatoriali a Gemona, che ha fornito le fotografie inserite in questa testimonianza. Altre fonti e contributi sono degli OM che allora si attivarono per i soccorsi, I1HFR Capello Federico, IW1AFV Valerio Albanese, I1KDO Lorenzo Brunasso Cattarello, I1FNV Claudio Fantino, I4ECC Eugenio Corrado, IK4EWQ Menzolini Silvano ed infine del compianto I1BAY Saco Attilio, allora Coordinatore Nazionale CER dell'ARI e successivamente cofondatore dell'Associazione Corpo Emergenza Radioamatori oggi Communications Emergency Rescue di cui siamo orgogliosi appertenenti.
Di seguito alcune testimonianze fotografiche riguardanti in particolare la postazione del ripetitore VHF R9 collocato a Gemona, che ha avuto un importante ruolo nelle comunicazioni di emergenza di quell'area friulana devastata dal sisma.
E ancora un documento sonoro esclusivo....una registrazione dell'epoca riguardante il traffico di emergenza.
Le antenne dell'R9 di Gemona. Il ripetitore fu installato in piena zona sinistrata e fu gestito a turno da molti radioamatori. La sua funzione fu strategica per le comunicazioni di emergenza di tutta l'area.
Ancora le antenne dell'R9 di Gemona viste da un'altro punto di osservazione
Numerosi furono gli OM che si alternarono nelle varie reti locali in VHF e in quella Nazionale in HF, per gestire il traffico di emergenza o per sostituire gli operatori accorsi sul posto fin dai primi momenti.
A fianco la stazione capomaglia presso l'R9 di Gemona
Bruno Rodeghiero I3RGH, allora giovane ingegnere, tra i primi OM in attività a Gemona
Lorenzo Brunasso Cattarello I1KDO a Gemona
Claudio Fantino I1FNV e Lorenzo Brunasso Cattarello I1KDO in una pausa a Gemona
Quello dei radioamatori fu indiscutibilmente riconosciuto come uno dei contributi più importanti nell'opera dei soccorsi. La rete nazionale in frequenze decametriche fu anche in grado di dispacciare telegrammi da e verso paesi esteri. Va ricordato che in Friuli dai primi del novecento vi fu uno dei maggiori movimenti di emigrazione italiani e moltissime erano le richieste di notizie provenienti dall'estero. In zona furono impiantate numerose stazioni, adeguate con la migliore tecnologia dell'epoca.
L'ARRL, l'associazione dei Radioamatori statunitensi, volle riconoscere l'impegno degli OM italiani nell'opera di soccorso.
A lato l'attestato per il servizio di pubblica utilità rilasciato a IW1AFV Albanese Valerio,
In questo documento sonoro, alcuni passagi del traffico radio di emergenza istituito da CER, la registrazione è di Menzolini Silvano (nominativo attuale IK4EWQ)